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La visita
La visita inizia dalla Rocchetta, ovvero gli ambienti fatti costruire da Maria Luigia, di squisita fattura neoclassica. Qui vi sono raccolte le opere dei due principali artisti che operarono a Parma nel Cinquecento, ovvero Antonio Allegri, detto il Correggio, e Girolamo Mazzola, noto come il Parmigianino. La pittura fantasiosa ma solida, vibrante ma fumosa e colma di tenui cromatismi, del Correggio è in questa sala ben rappresentata dalla Madonna di San Girolamo, oppure dal drammatico Compianto di Cristo. La pittura elegante, idealistica e anticlassicista del Parmigianino, invece, si scopre nel famoso ritratto della Schiava turca.
Nei successivi Saloni Ottocenteschi, che costituiscono l’atrio d’accesso al museo, sono esposti busti neoclassici, tra cui i ritratti del Duca Filippo e di sua figlia Isabella del Boudard, oltre ai saggi presentati ai concorsi dell’Accademia ducale di Belle Arti.
La visita prosegue con l’esposizione di materiale lapideo medievale, prima di accedere alla pittura trecentesca, con artisti bolognesi (Simone dei Crocifissi), fiorentini (Agnolo Gaddi, Niccolò di Pietro Gerini), veneziani (Pietro Veneziani), oltre alle opere di un giovane Spinello Aretino. Il primo Rinascimento, invece, trova rappresentanza con la splendida Madonna dell’Umiltà di Beato Angelico, oltre alle opere di Giovanni di Paolo, e di alcuni artisti locali come Bartolomeo e Agnolo degli Erri col Dossale di San Pietro, dove il senso rinascimentale dello spazio si fonde con una visione della pittura ancora gotica e il fantasioso Jacopo Loschi. Il Secondo Rinascimento, invece, è qui rappresentato dalla pittura intrisa di cultura veneziana di Cima da Conegliano, da quella elegante e cortese di Francesco Raibolini detto il Francia, per concludersi con la Scapigliata di Leonardo da Vinci, tra i più intensi e acuti ritratti del maestro toscano.
Si continua con due piccole sale dedicate alla cultura figurativa emiliana, e in particolare parmense, tra Quattro e Cinquecento, con, tuttavia, alcune opere di artisti provenienti da altre realtà, quali Sebastiano del Piombo, Giulio Romano e Hans Holbein.
La visita prosegue con sale dedicate agli anni di transizione dal manierismo al barocco, senza dimenticare quelle esperienze di recupero di un eleganza formale classica colma di affetti, come la pittura dei fratelli Carracci e in generale quella bolognese. Da pittori manieristi quali il Tintoretto, El Greco o il parmense Girolamo Mazzola Bedoli, si passa ad autori pienamente seicenteschi, quali il Guercino o il Lanfranco. Il museo prosegue con le sale dedicate ai pittori lombardi e genovesi del Seicento, come il Nuvolone, oltre ad autori stranieri come Estaban Murillo e Anton Van Dyck, e si conclude con la pittura del Settecento, con opere del Tiepolo, del Canaletto, del Bellotto e di Giuseppe Maria Crespi.
