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PARMA: ELEGANZA DUCALE
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Museo Archeologico Nazionale

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Le origine del museo archeologico, risalgono al 1760, quando fu istituito dal duca Filippo di Borbone, per accogliere i beni provenienti dallo scavi della città romana di Veleia, in provincia di Piacenza. Successivamente il museo si arricchì coi reperti provenienti dagli scavi di Luceria, presso Canossa, mentre la duchessa Maria Luigia arricchì la collezione con consistenti acquisti di reperti egiziani, greci e della Magna Grecia, oltre ai molti ritrovamenti effettuati in città durante le molte campagne edili effettuati negli anni della “Buona duchessa”. Infine, nel dopoguerra, il museo si arricchì di preziosi reperti di epoca preistorica, che hanno reso il museo un punto di riferimento per la paleontologia nel Nord Italia.
Si possono quindi definire otto sezioni per il museo. Al piano terra si inizia con la sezione preistorica, con reperti provenienti dal territorio parmense. Al neolitico risalgono le pietre lavorate, le ossidiane, oltre ad una statuetta di divinità femminile proveniente da Vicofertile; l’età del Bronzo è ben raccontata dai vari reperti che raccontano le attività produttive dei vari villaggi palafitticoli del parmense. Il percorso prosegue coi reperti dell’Età del ferro, oltre a una sezione lapidaria, una dedicata agli scavi di Luceria e una ai ritrovamenti archeologici propri di Parma.
Il piano superiore raccoglie le sezioni più famose del museo, a cominciare dalla sezione storica, costituitosi intorno all’XIX secolo, con l’acquisizioni di marmi e ceramiche di epoca greca, etrusca e romana, non appartenenti al territorio parmense. Il Medagliere, invece, rappresenta una delle collezione numismatiche più importanti d’Italia, con esemplari che vanno dal periodo repubblicano romano, fino agli ultimi anni del ducato di Parma. La Sala egizia, invece, espone i molti reperti acquistati da Maria Luigia negli anni del suo ducato.
Il nucleo più importante, nonché quello originario, è sicuramente quello proveniente dagli scavi di Veleia, con testimonianze della vita quotidiana di questa città nel piacentino, oltre che marmi, statue e la Tabula alimentaria, la più grande iscrizione romana mai rinvenuta (2,86 metri di larghezza per 1,38 metri di altezza), in cui sono scritte le istruzione per il prestito ipotecario degli Alimenta, introdotte da Nerva e sostenuta da Traiano.

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